STORIA DELL’ARTISTA

 

L’ arte di questo periodo che sto vivendo e che chiamerei romano, è un'evoluzione del mio lavoro che dal passato è cresciuto traducendosi in una forma che nasce dalla sperimentazione della fotografia e della pittura. Ho sempre sperato,

e mai smetterò, che continuerò a sperimentare ed esplorare tecniche basate sul colore e la luce ... non necessariamente in quest'ordine. I miei lavori sono su livelli diversi , in alcuni il tema portante è il colore, in altri la luce, mentre in altri ancora spirito e continuità restano alla base.

Ciò che scriverò è una breve storia che chiarirà da dove vengo e dove andrò; come diceva il filosofo Royce nella sua teoria della comunità " il passato si basa sul presente e il presente sul futuro".

La mia arte è astratta, utilizzo principalmente colori ad acqua e tempera, il tutto in uno stile che è stato definito da un critico d'arte una "astrazione post-tradizionale".

Nel 1978 cominciai ad usare una macchina fotografica d'epoca (12.5 x 17.5 cm.) per esplorare il paesaggio urbano. Ho chiamato la serie di lavori che ne è scaturita "Paper Negatives" perché mi sono servito della carta fotosensibile come di un negativo, il risultato è stato che i neri erano bianchi ed i bianchi erano neri. Le risultanti immagini astratte non sono facilmente interpretabili perché nascono dall'interazione di oggetti urbani fatti dall'uomo con la natura.

Passai poi all'uso di una macchina fotografica d'epoca più grande (28 x 35,5 cm.), che mi consentii di avvicinarmi ancora di più ai dettagli enfatizzati attraverso lo spettro dei colori dalle immagini in bianco e nero. Questa tecnica mi intrigò a tal punto che cominciai a esplorare il colore dipingendo su negativi con olio e acquerello, a volte lavorando a segmenti. Utilizzai l'intero processo per pre-visualizzare l'immagine cosi’ come sarebbe stata in seguito e per rappresentare il mio concetto di frammenti nell'ambiente. Sperimentai anche una tecnica con negativi colorati, che venne però definita dai maggiori esperti in materia di impossibile attuazione. Dipinsi su un vetro, presi il negativo della foto di questo dipinto e spaccai il vetro, lasciando la foto come l'unica immagine esistente dell'intero processo.

Dipingere su vetro inevitabilmente porta a dipingere su tela e carta. Andai in Francia nel 1986 e lì creai una nuova serie incentrata sul colore, usando acquerello, tempera, pastelli, pastelli ad olio e carboncino. Questi lavori erano geometrici e angolosi.

Quando arrivai a Roma nel 1991, la luce mediterranea cominciò ad influenzarmi fortemente, attenuando la spigolosa qualità dei miei lavori. Iniziai una serie di astratti monotipo usando acquerello e tempera su vetro, dipingendo poi nuovamente sull'immagine derivata, tornando così alla mia iniziale idea di "markings on markings". I colori fluivano meglio e più riccamente con questo processo, dando immagini armoniose e bilanciate.

I miei ultimi lavori esplorano le tecniche dell’acquarello, della tempera e dei pigmenti di polvere applicati direttamente su carta. Alcuni quadri sono larghi (120 x 80 cm.) e sono ritornato all'idea di segmenti, con trittici e quadri di quattro pannelli. Ancora influenzato dal sistema dei due colori e dall'idea di casualità continuo ad esplorare le infinite reazioni del colore e della luce.